È arrivato in aula al Senato il disegno di legge sulle cure palliative, licenziato ieri dalla commissione Sanità del Senato con alcune modifiche rispetto al testo già approvato dalla Camera. «Un testo giunto già valido dalla Camera- ha sommentato il senatore del Pdl Stefano De Lillo - e che, dopo il lavoro in commissione, agevola ulteriormente e regola ancor meglio quella rete di centri che la legge stessa istituisce a livello nazionale. Si procede, altresì, alla semplificazione dell'accesso alle terapie da parte delle famiglie del malato. Il tutto, al fine di conferire maggiore dignità alla persona».

In aula sono stati presentati 50 emendamenti e 4 ordini del giorno. Fra gli emendamenti proposti la richiesta di inserimento dei derivati della cannabis, già usati anche in Italia per la cura di diverse malattie, nell'elenco delle sostanze terapeutiche. A chiederlo sono tre emendamenti presentati dai radicali del Pd, con la firma anche di esponenti del Pdl. Alcuni farmaci che contengono i principi attivi della cannabis sono già in uso in molti paesi nella terapia del dolore in una serie di malattie tra cui la Sla e i tumori in fase terminale. Nel nostro paese non è possibile produrli ma devono venire importati, con costi che arrivano a 500 euro per ogni ciclo di terapia, coperti dal Ssn solo in alcune regioni. In Italia si stima in alcune centinaia di migliaia il numero di pazienti che potrebbe averne bisogno. «Una situazione che spesso costringe i pazienti all'illegalità - ha spiegato la senatrice radicale del Pd Donatella Poretti - quando da noi ci sono strutture come i laboratori farmaceutici militari che potrebbero produrli in maniera controllata».

Il provvedimento sulle cure palliative contiene anche nuove norme sulla somministrazione della morfina per uso terapeutico, riviste in senso più restrittivo rispetto al testo licenziato alla Camera. «In 30 anni l'Italia è stata sempre agli ultimi 3 posti in Europa nella somministrazione della morfina - ha spiegato il senatore del Pd Luigi Manconi - il problema maggiore è che c'è un gigantesco tabu che va a discapito del diritto dei pazienti a provare meno dolore».

«Sconfiggere il dolore - ha sottolineato la senatrice del Pd Fiorenza Bassoli, capogruppo in commissione Sanità a palazzo Madama - quando questo rischia di rubare la dignità, ricevere aiuto e sostegno nella fase finale della vita, non essere abbandonati, avere accanto a sé la famiglia nel momento della morte, sono diritti umani e sociali, sono bisogni che una società moderna, attenta alle persone, dovrebbe soddisfare». Fondamentale, quindi, l'importanza di una ampia e convinta collaborazione tra maggioranza e opposizione sulle cure palliative su cui, ha detto «il nostro paese sconta un forte ritardo, sia per quanto riguarda la cura del dolore sia per le cure e il sostegno nel fine vita. Per questo l'approvazione di una legge che incide sulla vita delle persone e sul loro diritto di esseri umani é un grosso passo in avanti, che consente al nostro paese di allinearsi agli standard proposti a livello europeo per ciò che riguarda questo genere di cure». (N.Co.)

 

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